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L'IDEA, LA RICERCA, L'APPLICAZIONE
Una tecnica per rallentare la trasmissione del carico
masticatorio agli impianti senza rinunciare alla ceramica!
di Francesco Amerighi e Alessandro Annoni
Parte Seconda
Fissati dei perni in acciaio nelle apposite guide della sottostruttura, viene modellata la sovrastruttura con della resina da fusione fotopolimerizzante e rifinita con cera da modellazione (Foto 26 - 27).


Foto 26 : Modellazione della sovrastruttura. Si notino i perni in acciaio inseriti.
Foto 27 - Perni d’acciaio inseriti
Controllati gli spessori e la forma della sovrastruttura tramite le mascherine in silicone, ottenute dopo la ceratura iniziale, passiamo alla messa in fusione del manufatto. Eliminata la cera dal cilindro e raggiunta la temperatura idonea per la colata della lega, eseguiremo la fusione.
Una volta che il cilindro ha raggiunto la temperatura ambiente, si toglie la fusione dal rivestimento e si passa alla sabbiatura della stessa. Terminata quest'ultima operazione vengono tagliati i perni di colata, sfilati i perni in acciaio e adattata la sovrastruttura alla sottostruttura costruita in precedenza. Questa operazione, estremamente delicata, sarà realizzata con l'ausilio del microscopio e di frese opportune (Foto 28).

Foto 28 : Rimozione delle imprecisioni legate alla fusione, tramite controllo al microscopio ottico (20x).
Il lavoro così preparato viene provato in bocca (Foto 29 – 30 -31). Segue la rifinitura della sovrastruttura preparandola per la saldatura dei perni in platino. I perni una volta inseriti nel loro alloggio verranno bloccati con della resina autopolimerizzabile e messi in rivestimento (Foto 32).


Foto 29 : Prova delle sovrastrutture: visione occlusale.
Foto 30 : Particolare vestibolare della sovrastruttura.

Foto 31 : Particolare linguale della sovrastruttura.

Foto 32 : Bloccaggio dei perni in platino, con relativo rivestimento per saldatura
I perni di frizione si uniscono alla sovrastruttura tramite la saldatura, la quale può essere realizzata con varie tecniche ed attrezzature ------
( microsaldatrici, laser, T.I.G, ecc.).
Nel caso clinico presentato si è fatto ricorso all’arcosaldatura (T.I.G.), che ci permette di unire i perni in platino alla sovrastruttura tramite
una microfusione (Foto 33).


Foto 33 : Arcosaldatura dei perni (T.I.G.).
Foto 34 : Visione delle sovrastrutture con i perni saldati
La saldatura ottenuta (Foto 34) verrà controllata al microscopio (Foto 35) prima di eseguire la rifinitura finale del metallo che accoglierà la ceramica.

Foto 35 : Controllo al microscopio della saldatura (20x).

Foto 36 : Visione interna della sovrastruttura con i relativi perni di frizione.
Si ceramizzeranno le strutture secondo la propria tecnica passando, prima della lucidatura finale, alla prova del colore, poi, apportate le dovute modifiche, si luciderà il metallo, si sabbierà con microsfere di quarzo (2 atm.) la parte interna della sovrastruttura (Foto 36) e il lavoro è così ultimato (Foto 37 - 38 -39 -40 ).

Foto 37 : Visione occlusale di entrambe le sovrastrutture ceramizzate.

Foto 38 : Visione laterale del manufatto completato.


Foto 39 e 40 : Particolari occlusali.
Fra le caratteristiche delle resine poliacetaliche, oltre ad una notevole stabilità dimensionale, durezza, resistenza agli agenti chimici, buona proprietà di deformazione elastica, buona resistenza all’usura, il basso coefficiente all'attrito radente ci aiuterà a modulare la giusta frizione delle sovrastrutture ceramizzate sulle relative sottostrutture.
Il nostro manufatto protesico è così pronto per essere applicato in bocca al paziente.
Una volta igienizzati gli abutment delle fixtures applichiamo le sottostrutture (Foto 41, 42 e 43), dopodiché con la giusta pressione vengono applicate le sovrastrutture ceramizzate (Foto 44 e 45).


Foto 41 e 42 : Lavoro terminato: inserimento delle sottostrutture in acetalica.

Foto 43 : Particolare linguale.

Foto 44 : Manufatto inserito: visione vestibolare.

Foto 45 : Visione occlusale finale del lavoro protesico.
TEST
Tutti gli urti hanno come conseguenza un’onda!
Questa si propaga con una propria frequenza e velocità fino ad esaurirsi assorbita dalla materia…
Per questa dimostrazione mi sono avvalso di un apparecchio gentilmente concesso dalla facoltà di Geologia dell'Università di Firenze.
Nota : Sintesi dei risultati ottenuti, e relative conclusioni sulla biocompatibilità dell’ Acetal Dental
Test di Citotossicità
Gli estratti ottenuti dai campioni di Acetal Dental sono stati cimentati con cellulare di linea L.929 per la valutazione della vitalità cellulare in citometria a flusso mediante colorazione con ioduro di propidio e mediante assunzione del colorante vitale rosso neutro in conformità alla EN 30993-Part 5 Gli estratti non hanno mostrato un effetto citotossico
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Test di Genotossicità
Gli estratti ottenuti sono stati cimentati con linfocidi periferici umani coltivati in vitro, al fine di determinare l’incidenza da scambi tra cromatiti fratelli secondo EN 30993 part.3, e l’incidenza delle aberrazioni cromosomiche indotte.
Gli estratti non hanno dimostrato attività genotossica .
L’estratto è stato cimentato con 4 ceppi di salmonella typhimurium con due esperimenti indipendenti, ciascuno dei quali condotto con e senza attivazione metabolica, in conformità alla EN 30993 – part. 3. L’estratto non ha dimostrato effetto mutageno.
Prove di irritazione e massima sensibilizzazione
Prova di irritazione cutanea su coniglio con estratti di materiale Acetal Dental
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Le prove sono state eseguite seguendo le procedure indicate nelle norme:
ISO 10993-10 (1995) ISO 10993 -2 (1992) ed in attuazione della direttiva n.89/609 CEE
Conclusioni:
Nelle condizioni sperimentali gli estratti di materiale rientrano nella categoria di irritazione irrilevante.
Prova di massima sensibilizzazione
La prova di massima sensibilizzazione è stata condotta secondo la normativa ISO 10993-10 al fine di valutare il potenziale di sensibilizzazione cutanea del materiale da testare, e cioè una risposta allergica attivata da una precedente esposizione.
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Conclusioni:
Il materiale sottoposto alla prova presenta una percentuale di sensibilizzazione pari allo 0% ed è quindi di Classe I (sensibilizzazione debole)
PUNDIT
Ultrasuoni Portatile Digitale Tester realizzato dalla
CNS Instruments LTD
Università delle Scienze
Naturali di Firenze
Facoltà di Geologia
Dip. di Mineralogia Prof.Pier Giorgio Malesani
Dr Riccardo Trevisan
Deduzione dal test effettuato.
La ceramica e il metallo sono assimilabili e non creano un grosso ostacolo alla trasmissione del carico alle fixtures (quasi nullo).
I compositi e la resina acetalica, al contrario, riducono sensibilmente le forze che si esplicano in bocca.
Le percentuali ricavate dal test
Confrontando i tempi vediamo che Resina acetalica è migliore del 23% + o - rispetto al composito BISGMA e ben del 66% + o - rispetto alla ceramica e al metallo.
Risultati e conclusioni
La soluzione proposta presenta, a nostro avviso, numerosi vantaggi:
1) La scomposizione di una struttura protesica in più moduli assicura un miglior controllo delle tensioni passive durante le fasi di realizzazione; per lo stesso principio la velocità dell'urto masticatorio si stempera nei vari componenti del sistema.
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Il binomio dato da una struttura primaria in metallo e dalla sopraffusione in resina acetalica, garantisce non solo la rigidità della struttura, ma anche l'assorbimento di una parte del carico, ritardandone il trasferimento alle fixtures e quindi all'osso.
La sottostruttura così creata ci permetterà di ottenere risultati estetici e funzionali migliori (eliminazioni delle viti occlusali e tavolati occlusali completi).
2) Questa soluzione protesica consente di ottenere la passivazione con maggior facilità rispetto alle protesi in ceramica, normalmente avvitate.
Queste, infatti, richiederebbero un intervento di elettroerosione per la loro passivazione, in quanto i ripetuti cicli di cottura della ceramica alterano la precisione della fusione iniziale, creando forze tensive sulle fixtures.
3) Si evita la cementazione della sovrastruttura in virtù del meccanismo di frizione che l'unisce all'infrastruttura.
La creazione di più assi di frizione e di un comune asse di inserimento ripartisce ancor meglio la tenuta sulle pareti di frizione.
L'attivazione dei perni d'altronde modula la resistenza al distacco della sovrastruttura.


4) Si evitano le viti occlusali di fissaggio nel tavolato occlusale: la sede per la vite normalmente riduce il contatto con gli antagonisti, può creare una zona di possibile frattura per la ceramica e può essere poco detergibile.
5) La removibilità del sistema consente la comoda ispezione dei monconi implantari e possibili ampliamenti protesici futuri.
Conclusioni
Anche se i materiali resinosi (compositi, Kevlar, ecc.) hanno oggi raggiunto risultati più che soddisfacenti, l'utilizzo della ceramica, ormai entrata nelle esigenze quotidiane, offre sempre un'elevata garanzia estetica e funzionale. Il vantaggio di ricorrere a sottostrutture fresate consente realizzazioni estetiche e funzionali migliori. Con l'ausilio però della resina acetalica riusciamo a modificare le forze che agiscono sulla fixtures: l'omopolimero acetalico permette infatti, per le sue caratteristiche di elevata resistenza meccanica e di rigidità, di costruire sottostrutture fresabili di notevole stabilità dimensionale e particolarmente resistenti alla frizione e all'usura. L'ottima biocompatibilità del composto consente inoltre che il manufatto, a contatto dei tessuti perimplantari, non determini pericolose irritazioni.
Questa tecnica può trovare vantaggio anche per impianti erroneamente inclinati, nei quali le sollecitazioni verticali finiscono per creare momenti flettenti a danno dell'osso. Non solo con la riduzione della superficie occlusale, ma anche con l'utilizzo di resine come quella acetalica, abbinata a strutture più rigide, si riescono ad assorbire e distribuire i carichi in tempi più lunghi, riducendo dannosi stress all'osso perimplantare.
Firenze 2001
Da ulteriori analisi con gli ultrasuoni, si è verificato, che scomponendo la protesi in più strutture (abutment, viti, meso-strutture, sovra-strutture, materiale estetico, ecc...) abbiamo un rallentamento del carico. Inoltre si è visto che è importante anche il disegno della meso-struttura, oltre al materiale con cui viene realizzata.
Immaginiamo un sasso gettato in una vasca piena d'acqua sorretta da alcuni pilastri, dove la velocità del sasso è assimilabile alla velocità di chiusura della mandibola, il sasso con la sua massa è la forza impressa dai muscoli masticatori, l'acqua e la vasca sono la meso-struttura e i pilastri sono gli impianti.
Una volta gettato il sasso nella vasca d'acqua, questo genera delle onde più o meno alte e più o meno veloci.
La grandezza delle onde è direttamente proporzionale alla massa e alla velocità con cui il sasso viene gettato in acqua. Come si può notare queste onde, assimilabili alla propagazione dell'urto, una volta entrate in contatto con una superficie più dura (la vasca), si riflettono.
Parte delle onde vengono assorbite dalla vasca e trasmesse ai pilastri, parte verranno riflesse, ripetendo così il ciclo fino a che l'urto non sarà dissipato.
Cambiando il disegno della vasca ( tonda, quadrata, ottagonale, ecc...), cambia la propagazione delle onde. A seconda del disegno della vasca, le onde saranno riflesse in più direzioni e incrociandosi parte di esse si annulleranno, riducendo il passaggio dell'urto ai pilastri.
Come si è visto per rallentare il carico, ma più che altro il suo picco, è importante frazionare in più strutture la stessa protesi.
E' altresì importante diversificare il disegno delle meso-strutture e i materiali con cui si costruiscono.
Pubblicazioni e conferenze:
"IMPIANTI UNA SOLUZIONE DIVERSA"
Rassegna odontotecnica N°3 del Maggio Giugno 1993
"STUDI DI SOLUZIONI PROTESICHE SU FIXTURE"
Rassegna odontotecnica N° 4 del 1996
“SOTTOSTRUTTURA IN RESINA ACETALICA SU IMPIANTI: MEZZO PROTESICO PER RALLENTARE LA TRASMISSIONE DEL CARICO MASTICATORIO"
Dental Labor N° 6 Novembre Dicembre 1999.
Conferenze
"INFRASTRUTTURE PER PROTESI SU IMPIANTI"
IX Open House Meeting di odontoiatria
Padova 9 Novembre 1996
"COME RALLENTARE IL TRASFERIMENTO DEL CARICO AGLI IMPIANTI "
"Nuovi orizzonti in odontoiatria"
Firenze incontri PALAFFARI p.zza Adua
Firenze 25 Novembre 2000
"UNA SOLUZIONE DIVERSA PER RIDURRE IL TRASFERIMENTO DELLO STRESS MASTICATORIO AGLI IMPIANTI"
"L'odontoiatria del terzo millennio"
9°Congresso Nazionale del Collegio dei Docenti di odontoiatria
Roma Sabato 13 Aprile 2002
"PROTESI SU IMPIANTI: MESO-STRUTTURE IN RESINA ACETALICA"
Forum: Il Laboratorio e la protesi implantare.
"Cenacolo Odontostomatologico del Giglio" Hotel Michelangelo
Firenze Sabato 1 Giungno 2002
"BIOMECCANICA IN IMPLANTOPROTESI"
Museo del calcio Coverciano Firenze
Firenze 16 Dicembre 2002
"RESINA ACETALICA UN AIUTO IN IMPLANTOLOGIA"
S.Apollonia 2003 50° aniversario dell'istituzione della specializzazione odontotecnici Istituto Leonardo da Vinci - Firenze 8 febbraio 2003
Abbiamo inoltre collaborato attivamente a varie pubblicazioni e conferenze fra cui :
LA SOTTOSTRUTTURA FRESATA: UNA NUOVA APPLICAZIONE NELLA PROTESIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI ITI
Milled Infrastructure: a new appliance used for the prosthodontic solution of ITI implants - Tonelli P. Pierleoni P.
Atti-Proceedings 1st World Congress of Osseointegration
Venice, September 29 – October 2, 1994
IL PERNO CALCINABILE: SOLUZIONE PROTESICA PER GLI IMPIANTI I.T.I. SOMMERSI
Tonelli P. Pierleoni P. -
Dentista Moderno 8/1994
MODERNE VEDUTE SUL COLLEGAMENTO TRA IMPIANTI OSTEOINTEGRATI E RICOSTRUZIONE PROTESICA
P.Pierleoni P.Tonelli (Istituto di Odonto-Gnato-Stomatologia Università degli Studi di Firenze)Atti - Congresso della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale (S.LO.C.M.F.)
Parma 18 - 19 Ottobre 1996
Il PUNDIT, così si chiama, è composto da un'unità centrale e da due trasduttori, uno trasmittente l'altro ricevente. L'unità "centrale" produce varie frequenze ultrasoniche ( assimilabili ad urti...) che, tramite il trasduttore "trasmittente" vengono propagate all'oggetto in esame. Il trasduttore "ricevente", dopo che l'onda ha attraversato l'oggetto in esame, riceve il segnale inviandolo nuovamente all'unità centrale la quale misura il tempo che l'onda ha impiegato per attraversare il corpo esaminato (millesimi di secondi).
I provini, che vediamo nella foto a lato, sono stati esaminati al PUNDIT e hanno dato il seguente risultato:
Lega vile in Cr-Co Tempo 099 ms
Ceramica Tradizionale Tempo 094 ms
Coposito BIS GMA Tempo 214 ms
Copolimero Acetalico Tempo 282 ms
Provini utilizzati per il test
Le dimensioni:
Cm5.5 lunghezza
Cm 1 Diametro