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VERITA‟ UNIVERSALI
La filosofia sull’Onestà Intellettuale
Una riflessione storica di Cosimo Papadia


Cosimo Papadia
Già docente nella scuola di Milano, ricercatore ed autore di brevetti internazionali e di numerose pubblicazioni, ha curato per la Quintessenza Resh Editrice i libri: “Le metallo-ceramiche” di Yamamoto e “Gli attacchi individuali” di Geiger.
I suoi testi sono: “La ceramica compressa su fusioni monoblocco per riprodurre forma e colore” e
“Nuove Tecnologie Per Le Metallo Ceramiche“.
Consulente scientifico e coordinatore di Congressi Nazionali Interdisciplinari, ha tenuto conferenze e corsi in varie parti d’Europa su metodiche di lavorazione da lui ideate, tra le quali il “Metodo Ultrakeramic”.
ONESTA' INTELLETTUALE
Onestà intellettuale”, una frase che si sente spesso sulla bocca di molti.
La potenzialità di tale concetto, in una società ove ognuno vanta la propria ragione, può legarsi essenzialmente alla personale testimonianza ed alla dimostrazione dei fatti, più che alla voglia di dare credito alla personale verità.
Per questo occorre coerente competenza e tenace perseveranza, qualità‟ che, purtroppo, spesso vengono solo ostentate.
Valutando la questione „etica‟, nel campo commerciale non si possono fare valutazioni sulle capacità o sulle affermazioni dei propinatori di tecniche o di prodotti, occorre invece capire quali siano i reali meccanismi, almeno quelli a noi intuibili, che i "mass media" ci propongono con i loro progetti.
Nel campo professionale, obiettivamente, non si può accettare a cuor leggero tutto ciò che ci viene proposto, anche se a prima vista, o in apparenza, tutto può sembrare convincente ed efficace; bisogna infatti saper distinguere tra la facile attuazione di una lavorazione pratica o di un nuovo prodotto e l‟evoluzione futura dei vari processi tecnici e commerciali associati a tale adozione.
Queste prospettive tecniche e merceologiche devono essere analizzate con esperta obiettività, formulando programmi adeguati anche nel contesto della scuola, dove avviene l‟inizio della formazione dei futuri operatori di ogni settore professionale.
La veloce trasformazione della comunicazione telematica, oggi più che mai, ha stravolto ogni previsione del futuro culturale, professionale e commerciale in ogni settore; infatti, se consideriamo che già nelle scuole elementari si sta introducendo l‟utilizzo del computer, la linea di demarcazione tra docente e studente diverrà quasi azzerata.
Infatti, sapendo che da Internet si possono ricevere tutte le informazioni, i significati, le terminologie, le caratteristiche dei vari elementi di ogni significato culturale, quindi, ogni prodotto, la figura dell‟insegnante diverrà una immagine di approccio all‟utilizzazione corretta di tale strumento di comunicazione e di informazione e, nel contempo, di formazione.
Per cui l‟alunno, o lo studente, sarà adeguatamente indirizzato al facile utilizzo di tale enorme bagaglio di dati. Queste sono le prospettive future dell‟apprendimento diversificato, previste dagli studiosi dell‟informazione!
Una pecca evidente di tale mezzo informatico, che non sempre si può prevenire, è il discernimento nel saper riconoscere dove sta la Verità, poiché ognuno dice la sua.
E‟ per questo che, prima di riuscire a fare una valutazione coerente al passo con i tempi, occorre una accurata introspezione sulle future possibilità che le attuali alternative tecnologiche stanno proponendo in questo ultimo decennio, non solo in campo odontotecnico.
Al di la delle ideologie e delle volontà politiche dei vari sindacati di categoria, per onestà intellettuale, quindi, non si può nascondere un certo pessimismo sul futuro del nostro settore, proprio a causa dell‟eccessivo progredire delle ricerche e delle immediate applicazioni con cui si promuovono i primi risultati di alcune moderne tecnologie e dei connessi materiali di consumo.
I colleghi ceramisti più „anziani‟ non possono fare a meno di analizzare e meditare sul diffondersi repentino di certe novità merceologiche (come la Zirconia, icompositi di ultima generazione ecc.), lavorazioni dislocate in nuovi centri, che stanno accentrando l‟attenzione anche degli operatori più tradizionalisti.
E‟ buona regola pensare che ogni enfasi deve essere moderata dal buon senso, in quanto se da un lato un cambiamento può entusiasmare, dall‟altro può aumentarne la perplessità ed il dubbio sul futuro della strada intrapresa, con tutte le conseguenti delusioni. Per cui, nel dubbio, conviene rimanere saldi sulla convinzione che “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova!”.
Prefazione
Alla luce di quanto emerge dalle nuove opportunità di lavorazione, dove il “Protesista” in studio vede una facile possibilità di poter risparmiare sui costi, la realtà di tale risparmio deve sempre fare i conti con la praticità e l‟utilità di un nuovo prodotto o di un sistema di lavorazione.
A nostro avviso, osservando ed considerando quanto tutto sia oggi opinabile, l‟esperienza suggerisce una analisi accurata di ciò che realmente si vuole realizzare in termini di costi, di impegno e di investimento che, comunque, devono sempre andare di pari passo con i risultati pratici ottenibili. Per cui, rimanendo ancora saldi su ciò che realmente abbiamo fino ad ora esaminato, sperimentato e comprovato, viene lecito pensare di dover proseguire con i tradizionali sistemi di lavorazione acquisiti, adeguando le metodologie di lavorazione esclusivamente alle reali proprietà di resistenza e precisione dei nuovi materiali. Nel caso specifico ci riferiamo alla Zirconia, di cui oggi si fa ampia discussione su questa originale trovata merceologica.
Ebbene, ogni nuovo materiale va sempre valutato dopo una adeguata esperienza di almeno cinque anni… ma oggi questi tempi sono ormai divenuti improponibili, in quanto dobbiamo ormai fare i conti con le ultime novità che non lasciano respiro.
Ben venga ciò che è migliore, più preciso e competitivo, ma cerchiamo anche di adeguarli alle attrezzature adottate e con ciò che abbiamo acquisito in tanti anni di esperienza, dopo aver raggiunto un valido grado di fiducia e credibilità in ciò che si maneggia giornalmente con i nostri consolidati processi produttivi.
Questa logica non vuole essere una filosofia alternativa, tanto meno persuasiva, bensì una aderente motivazione di come accettare ciò che realmente può essere rivoluzionario, al punto da dover mettere da parte attrezzature e materiali, per sperimentate tecnologie acquisite in anni di ricerca e di applicazione pratica.
Se oggi la Zirconia sta conquistando l‟attenzione di molti, è ancor più vero che non occorre abbagliarsi al punto da accantonare o, addirittura, azzerare la sicurezza raggiunta, talvolta dopo anni di accurata ricerca, che ci ha portato a positive conclusioni sul piano della effettiva praticità produttiva ed economica.
Il ripetere questi concetti devono spronarci alla riflessione. Se oggi la ricerca serve a capire e a far capire a qualche altro quello che maneggiamo in prima persona, il tutto deve condurci a valorizzare significativamente le nuove scelte.
E‟ per questo che abbiamo, ancora una volta, intrapreso la ricerca e la sperimentazione che, sinteticamente, si porta alla conoscenza di chi ha avuto l‟approccio con i nostri riferimenti progettuali ed esecutivi di una metodica in campo da diversi anni: il Metodo Ultrakeramic.
Metodo di ceramizzazione sulla Zirkonia
"Se non si dà nulla di noi agli altri, resterà ben poco di noi che sia valsa la pena di conoscere ed avere".
Questa massima di H. Allen, introduceva la prima pagina del libro, “La ceramica compressa su fusioni monoblocco per riprodurre forma e colore” del 1989, con cui la Diagram promuoveva la tecnica di ceramizzazione brevettata dal sottoscritto.
Un libro tutt‟ora attuale, per le sue concise e sintetiche esposizioni di tutto lo scibile odontoiatrico che interessa all‟odontotecnico.
Erano gli anni in cui si cominciava a fare chiarezza sui tanti problemi e difetti delle strutture in ceramica, con inconvenienti che di solito erano addebitati all‟operato odontotecnico, per errate procedure a volte suggerite dalle stesse case produttrici di ceramica e di metallo, spesso contrastanti tra di loro.
La mancata collaborazione andava sempre a scapito degli operatori: gli odontotecnici che, pur scoraggiati dalle continue delusioni e dalle scarse risorse economiche, riprendevano a sperimentare il tutto, con prove e riprove, con altrettanta energia ed orgogliosa capacità lavorativa.
Gli odontotecnici, semplici artigiani, si sobbarcavano così la ricerca sull‟uso appropriato dei prodotti merceologici, oltre alla responsabilità verso l‟utente del manufatto finale: il paziente.
L‟unico interlocutore esente da ogni impegno economico era il medico dentista, verso il quale eravamo obbligati a rifare il lavoro a nostre spese.
Questo ha fatto sì che molti onesti odontotecnici, succubi dell‟avidità e disonestà di alcuni medici-odontoiatri, alla fine, hanno dovuto chiudere il loro laboratorio artigianale; vi sono molti esempi di validi colleghi che hanno subito questa fine.
Questa è storia da non dimenticare proprio perché ha sempre penalizzato l‟operato, l‟impegno e gli investimenti dell‟Odontotecnico.
Dopo gli evidenti compromessi di certi superficiali produttori, molte aziende iniziarono ad organizzare centri di ricerca, alcune in proprio, altre, furbamente, collaborando con qualche „laboratorio pilota‟, cui forniva la materia prima -onerosa per il laboratorio-, per poterla poi immettere sul mercato con un accertato accreditamento, dopo una effettiva sperimentazione.
Furono così accertate le tante cause sul perché delle fessurazioni, sul legame chimico-fisico, sul colore, sul coefficiente di dilatazione termica, sull‟adesione, sul grado di espansione dei rivestimenti ed altro, eseguite in anteprima dagli odontotecnici nel proprio laboratorio.
Tanti gli ignari pionieri ed i volenterosi odontotecnici, sempre appassionati del proprio lavoro, fiduciosi di venire a capo di tante lacune, assumendo in proprio l‟onere di tante prove, per risolvere le problematiche che incontravano nei cicli di lavorazione.
Divenuti supporters e spesso promotori di prodotti, prima che potessero essere ufficializzati da parte delle case produttrici, essi supportavano il tutto con una coerente spiegazione tecnica e merceologica.
Tutto ciò, però, non bastava, perché l‟affidabilità dei manufatti potesse dare conferma di attendibilità e diventasse di comune uso; occorreva esercitare una ulteriore ricerca e dimostrazione scientifica, per dimostrare ed affermare la natura e la coerenza dei risultati ottenuti.

A tal punto, alcuni odontotecnici, per approfondire i valori della personale ricerca, dovettero cercare la collaborazione di qualche docente universitario, al fine di accertare, con appropriate ricerche scientifiche, i personali valori fisici e dinamici raggiunti. In tutto questo marasma di richieste, che certamente non rientravano nelle disponibilità limitate della routine di un laboratorio, s‟individuò l‟opportunità che tali ricerche scientifiche fossero accreditate, per competenza, in una sede universitaria.
Di concerto con le case produttrici, disponibili a sostenere l‟impegno della ricerca, affinché ogni perplessità e dubbio fosse definitivamente debellata, si arrivò ad allestire in laboratorio adeguati provini per la ricerca.
Fu possibile, così, superare le carenze delle case produttrici, le quali spesso immettevano sul mercato leghe e ceramiche non compatibili tra loro!
Fu così possibile dimostrare la riprova di tutto ciò che prima non aveva credibilità ufficiale, per poterlo poi documentare nei testi ufficiali, come si riscontra in alcuni libri, dove è stata esposta una sufficiente e chiara ricerca alla microscopia elettronica, per avvalorare i positivi risultati ottenuti con la personale metodica di lavorazione.
Quindi, dalla ricerca alla pratica, dalla proposta di una scelta di lavorazione, alla conferma delle tesi riportate in altri testi, suffragando l‟esperienza Italiana in campo dentale.
Studi approfonditi, prove accurate, entusiasmo e tenacia sul lavoro eseguito dalla classe odontotecnica italiana, come già esposto in precedenti libri, curati per conto della Quintessenza Internazionale, in cui si faceva luce sulle esperienze d‟oltre oceano, introducendo anche in Italia la tecnologia giapponese, americana e tedesca.
Cito con orgoglio la traduzione e la consulenza data al libro “Le Metallo ceramiche” di Makoto Yamamoto, primo pilastro dell‟odontotecnica mondiale, in cui erano confluite tutte le ricerche americane, sostenute da una grande azienda di ceramica: la Shofu.
A questa positiva esperienza editoriale, seguì quella di un altro importante libro, sempre affidatomi dalla Quintessenza Internazionale, in cui era trattata la lavorazione delle protesi combinate o inamo-amovibili, con l‟individuazione delle problematiche isodromiche.
Il libro del tedesco Gerhard Geiger: “Gli attacchi individuali”.
Queste nuove edizioni della Quintessenza Internazionale hanno fornito un consistente contributo, aggiornando le conoscenze tecniche e scientifiche di tutto il settore odontoiatrico ed odontoprotesico, introducendo sostanziali innovazioni, non solo di carattere scientifico, ma anche merceologico.

Un patrimonio culturale di particolare importanza, legato al fascino dell‟odontotecnica; legame che ancora univa tutto il comparto professionale, con la collaborazione di varie forze, sostenute dalla volontà e dalla passione di tanti colleghi, uniti dalla volontà di esternare con soddisfazione il proprio „ego.
Dopo più di quattro anni da queste esperienze, la Diagram di Forlì volle sostenere un oneroso impegno per rendere note le risultanze di ulteriori studi personali, pubblicando un mio secondo libro: “NUOVE TECNOLOGIE PER LE METALLO CERAMICHE”.
Un titolo che, a ragion veduta, poteva divenire un compendio dei precedenti da me trattati, con le sintesi delle prove e dei risultati della ricerca effettuata da me e da tanti colleghi con cui si era riusciti a collaborare!
Questo nuovo testo ha coronato l‟impegno sostenuto in anni di personale ricerca, suffragando quanto già sostenuto in relazioni, pubblicazioni e conferenze.
Così, nozioni fisiche e chimiche, prove di nuova concezione, supportate da foto ed ampie documentazioni, casistiche
ed altro, divenivano materia scientifica; un opera editoriale opportunamente adattata per il mercato italiano, per il quale avevo elaborato e coniato nuovi termini, al fine di rendere più chiari i contenuti che diversamente, in altri libri di fattura straniera, apparivano indecifrabili.
Un libro d‟interesse generale, che raccoglieva tutta l‟esperienza acquisita fino allora.
Una carrellata di ricordi, di eventi, di emozioni, sempre e comunque all‟insegna della nostra storia, analisi romantica ma indispensabile per comprendere la reale evoluzione dei progressi tecnologici sostanziali, elaborati e confermati dalla scientificità italiana, acquisita per essere indirizzata ad una diversa metodologia di lavorazione.
Una variante alla ceramizzazione tradizionale, fin‟allora possibile solo agli „artisti nati‟, di immediata acquisizione ed accessibile a tutti, con documentate affermazioni professionali da parte di tanti colleghi, che ne avevano adottato la metodica artigianale.
Nasceva, così, una nuova possibilità di ceramizzare, adatta sia all‟esperto odontotecnico che al provetto, grazie ad un sistema codificato di facile apprendimento, riproducibile e divulgabile: trattasi del “Metodo Ultrakeramic”, prodotto e distribuito da una modesta ma dinamica azienda:
la Diagram di Forlì.
Con umiltà, ma orgogliosa consapevolezza, posso affermare che i sacrifici sostenuti, per promuovere conferenze e corsi, hanno prodotto notevoli vantaggi a molti laboratori che hanno adottato tale metodo di lavorazione.
Ovviamente, come tutte le lavorazioni, pur se di facile acquisizione, anche per questa occorreva prendere diretta visione, prima di poter mettere il tutto. Purtroppo, come spesso avviene nel nostro settore, prima si mette mano, si fa e poi si cerca di apprendere, di leggere, di mettere il luce e chiarire cosa non ha funzionato… è la legge solita del “fai da te”, un‟abitudine che spesso degrada anche le più nobili idee e tecniche di facile manualità!
Col tempo e con l‟amarezza del “senno di poi”, ho dovuto anche costatare che diversi colleghi, dopo le prime prove, si sono auto-delusi, abbandonando l‟intera evoluzione di un così facile e produttivo metodo di ceramizzazione.
Con la superficialità del ragazzino col telefonino appena ricevuto in regalo, che lo prende in mano e lo usa senza prima leggere il manuale d‟istruzioni, o semplicemente caricare la batteria, così, molti esperti colleghi ne hanno bocciato con altrettanta „ingenua‟ dabbenaggine una così veritiera forma di trattare adeguatamente, sotto il profilo fisico e chimico, la qualità della ceramica.
Ogni prodotto, ogni ceramica, ogni metodo di lavorazione ha le sue regole e, dove non vi sono regole nasce l‟incapacità.

Così, dopo il primo impatto, molti hanno accantonato il tutto, sostenendo più la sua inutilità che la sua efficacia, come se l‟adozione di un metodo nuovo di lavorazione dovesse essere esente da ogni difficoltà, nascondendo, dietro la propria incapacità, l‟interesse profuso nel primo impatto con la materia.
Per legge di natura, ogni pratica manuale richiede apprendimento, approfondimento e poi applicazione, al di la di ogni interesse di esclusiva natura commerciale.
Non si deve mai pretendere di ottenere successi immediati, sapendo che molto dipende dalla manualità nell‟eseguire alcune fasi che, se pur semplici, richiedono sempre conoscenza, attenzione e precisione.
Questo avviene per qualsiasi materiale o metodo di lavoro non conosciuto prima, così come per qualsiasi strumento, apparecchiatura ed altro.
Sono questi i principali fattori che influenzano l‟acquisizione di qualsiasi nuovo metodo di lavorazione, al fine di migliorare ed ottenere sicurezza e praticità nella routine giornaliera.
La Metodica Ultrakeramic, conosciuta anche all‟estero, ha evidenziato da subito un modo di trattare la ceramica in maniera più tecnica ed artigianale, senza modificare le potenzialità per personale estro artistico, proprio di alcuni ceramisti tradizionali.
Tale metodo, inoltre, ha esaltato le fondamentali caratteristiche merceologiche di tutte le ceramiche in campo, differenziandole in rapporto alla loro granulometria, semplificandone così il procedimento, per "riprodurre forma e colore‟.
Quindi, a parte una minima percentuale di tollerabilità, è risaputo che non si può ritenere inefficiente una metodica, tanto da invalidare l‟intera utilità del sistema, se prima non si approfondiscono le modalità d‟uso e la conoscenza visiva. Questo, in sintesi, è la conclusione di ogni nuova conoscenza, sia merceologica che di lavorazione, al di la delle personali aspettative.
Alla luce di quanto sopra, è inevitabile che, con la delusione per la personale incapacità pratica, lo scoraggiamento porta a rendere qualsiasi obiettivo irraggiungibile; così si abbandona ogni ulteriore tentativo che, spesso, può concedere un risultato soddisfacente.
Diversamente avviene per quelle tecnologie sofisticate e costose dove, anche a causa dei capitali investiti, ci si impegna a fare corsi di acquisizione, per riuscire ad ottenere un soddisfacente risultato.
In ogni caso addensare e comprimere la ceramica, “per riprodurre forma e colore”, è divenuta una prassi di comune acquisizione e di valida utilità, tanto che, negli anni 90, si era consolidata la volontà di fondare il Club Ultrakeramic, che riuniva una volta l‟anno tutti gli amici sostenitori di questo metodo, acquisito e personalizzato liberamente, ottenendo vari risultati.
L‟intento poi è stato quello di istituire un Congresso Nazionale Ultrakeramic.
Il primo è avvenuto il 28 Aprile del 2001 a Lecce. Un evento positivo, con eminenti relatori, che non solo hanno fatto apprezzare ad altri colleghi la validità del Metodo, ma hanno anche reso pubbliche le risultanze delle personali esperienze conseguite, fornendo a tutti le multiformi casistiche.
Un importante progetto, non più andato in porto per le carenti possibilità economiche, era quello di coinvolgere tutte le ditte di ceramica, con la pubblicazione dei lavori di tanti colleghi che, per vari motivi, non avrebbero mai documentato la bontà dei loro manufatti.
Con i mezzi attuali di informatica, oggi sarebbe nata facilmente la „Rivista virtuale Ultrakeramic‟, che avrebbe sviluppato con più facilità un maggiore scambio di opinioni, mettendo in luce le trasparenti realtà, circa i significativi risultati merceologici ottenuti con i vari materiali ceramici, per contrapporsi, con una nuova politica aziendale, alle offerte concorrenziali del mercato straniero, che sta invadendo sempre più anche il settore odontoprotesico italiano.
(A tale proposito, vedi: www.diagram.it/doc/metallo_ceramiche.htm


LA RICERCA SCIENTIFICA SULLA GRANULOMETRIA
Parlare di un progetto, di una metodica o di un materiale, significa anche produrre nozioni che ne chiariscano scientificamente la documentazione, con la quale si intende esprimere una nuova o diversa realtà merceologica nel campo professionale e lavorativo.
Per chiarire ed approfondire le esigenze conoscitive sugli argomenti cui si fa riferimento, si rimanda il lettore ai contenuti dei testi sopra citati; tuttavia, senza eludere le attese di chi non conosce l‟argomento di fondo, in questa occasione si desidera sintetizzare le risultanze delle ultime ricerche eseguite sugli attuali materiali ceramici di sintesi (vedi sotto foto).
Come concetto sostanziale, sulla scientificità del progetto, si accenna a considerare, pur senza una specifica attinenza, ma solo come esempio pratico e sintetico, la qualità del “Carbonio” © che, in natura, si trova come componente di tutte le sostanze organiche, ma che è l‟emblema significativo di un elemento compattato e pressato al massimo della sua natura originale.
Esso consiste in un elemento cristallizzato del “diamante” o della grafite e, quando rimane amorfo, nel carbone.
Due sostanze che danno una immagine di ciò che vogliamo esprimere come concetto di comparazione, quando determiniamo una massa ridotta al massimo della sua granulometria, mediante un sistema di “addensamento e di compattazione”.
Sono solo esempi per dare una idea su ciò di cui stiamo parlando, tralasciando, a livello didattico, la relativa trattazione scientifica e pratica degli elementi costitutivi.
Lo Zirconio è l‟elemento chimico naturale, il biossido di zirconio, usato nel ns. caso ed in tantissime altre applicazioni, (si fanno anche coltelli favolosi), si chiama semplicemente Zirconia.
Nel nostro caso, trattasi di una ricerca eseguita sulla Zirconia, sempre a livello d‟ interfaccia, per valutare la specificità sul risultato dell‟Addensamento Elettronico, abbinato alla metodica ed alle attrezzature che caratterizzano la Metodica Ultrakeramic.
Per ragioni di spazio, ma anche per fornire una semplice sintesi sull‟argomento, si limita l‟esposizione ai soli contenuti della ricerca eseguita con la microscopia elettronica, ritenuta ancora oggi un valido studio di ricerca per appurare la validità del sistema di addensamento, rimandando la parte conoscitiva del materiale trattato ai testi specifici di didattica merceologica.
La documentazione si avvale di una serie di provini, che comprendono sezioni di cappette di Zirgonio, ceramizzate con e senza addensamento elettronico, eseguiti in diversi laboratori, con la diversità di altrettante capacità manuali.

La specificità del materiale, per la fattura del manufatto odontoprotesico, ne qualifica la bontà dei risultati che, soggettivamente, sono da ritenersi di indubbia scientificità a livello universale. Infatti, se la sperimentazione venisse eseguita, a livello industriale, su altri tipi di materiali, con le medesime caratteristiche di trattamento, al medesimo livello di addensamento e di compressione, la granulometria di qualsiasi altro manufatto risulterebbe comunque bonificato in maniera superlativa.
Per tale motivo, è da ritenere che la resistenza fisica, assieme alle altre classi di proporzionamento differenziale, sarebbe senz‟altro di gran lunga superato, come riferimento ai metodi tradizionali di lavorazione.
Per questo, senza motivo di essere smentiti da parte degli operatori del settore, si può affermare l‟universalità del metodo di addensamento di una qualsiasi granulometria, contemporanea alla sua compressione.
E‟ evidente che occorrerebbe una ulteriore riprova diversificata, verificabile anche con altri materiali, per attestare e confermare la riprova di tali risultati, ma la nostra ricerca non può estendersi oltre e, per diversi motivi, si limita all‟esposizione sviluppata nello specifico settore delle metalloceramiche e delle ceramiche „sintetiche‟, utilizzate nel settore della protesi dentale.
Da qui partirebbe un‟ulteriore sperimentazione sulla forze di carico e compressione… ma la strada andrebbe all‟infinito, creando sempre „compiacenti‟ necessità di approfondire sempre più ogni singolo risultato.
Per ciò che ci riguarda, possiamo ritenerci soddisfatti di non essere comunque smentiti sulla base dei risultati pratici fino ad ora conseguiti.
Per questa ragione, ritengo che il Metodo Ultrakeramic è ancora un sistema di valida praticità, non superato, che consente in tutte le sue applicazioni di riprodurre, anche sulle precise cappette in Zirkonia, qualsiasi forma pre-modellata, od ottenuta con i preformati, migliorando la qualità ed i tempi di riproduzione di qualsiasi forma e colore in ceramica
(vedi libro NUOVE TECNOLOGIE PER LE METALLO CERAMICHE - Diagram, Forlì)
LA VISIONE IN NATURA DEL CONCETTO SCIENTIFICO
In campo merceologico, cosa si intende per compattazione?
Come si migliora la resistenza granulometrica delle strutture in ceramica?
Da cosa dipende il valore ed il croma dei manufatti in ceramica?
Alla luce di queste considerazioni, anche per una comprensibile visione didattica, prenderemo in esame ciò che si può rintracciare facilmente in natura, in quanto la scienza dell‟uomo non sempre può leggere la vita ed i fenomeni della natura, poiché in essa tutto avviene con spontanea precisione, talvolta in maniera incognita, spesso con chiara evidenza, come un sole che brilla sotto ogni cosa e dietro ogni fatto che avviene nell'esistenza.
Infatti, proprio per la spontanea naturalezza di tanti fenomeni, spesso è più facile dare una spiegazione pratica a ciò che si osserva, anziché rincorrere formule fisiche, teoremi geometrici ed altro.
Per tale ragione e per spiegare con semplicità un importante concetto fisico, osserveremo da vicino la sezione di un semplice melograno.
La tangibile visione di questo particolare frutto stagionale ci permette di individuare concretamente il significato della compattazione granulometrica, valutando il fattibile risultato dei grani addensati.
Se apriamo un melograno, scomponendo i vari settori sferici e separando le varie pareti ricche di chicchi, si noterà che in esso esistono grani che hanno una forma similare ma diversa tra loro.
Se li togliamo dalla loro naturale sede, versandoli in un contenitore, essi occuperanno un volume maggiore, in quanto la loro posizione interfacciale sarà diversa da quella che occupavano nella loro originale sede.
Il loro stato disomogeneo, infatti, non gli consente più di riprendere la compattezza che essi avevano in precedenza, quando erano affiancati l‟un l‟altro in maniera geometricamente ordinata ed omogenea. Solo un virtuale addensamento di compattazione, potrebbe annullare buona parte degli spazi interfacciali.
Un esempio semplice, ma che può dare chiaramente l‟idea del concetto fisico fin‟ora espresso, che è dato dall‟addensamento dei grani di qualsiasi sostanza esistente in natura.
Pertanto, questa è da ritenersi una legge universale, che coincide con il criterio dell‟addensamento granulometrico.
Concludendo, questa carrellata di affermazioni diversificate conduce a dimostrare che l‟universalità dell‟addensamento è una realtà applicabile ad ogni tipo di materiale, per le significative risposte che esso produce sulle qualità finali di qualsiasi manufatto.
Nelle immagini, che documentano le risultanze della microscopia elettronica, eseguita su alcuni provini, trattati con e senza l‟addensamento elettronico, per verificarne all‟interfaccia la densità e la compattezza della granulometria...
Per bloccare l'immagine clicca col tasto sinistro del Mouse
UN RISVOLTO DELLA VICENDA ULTRAKERAMIC
LA REALTA’ UNIVERSALE
Con la testimonianza di un lavoro di ricerca, ho voluto manifestare la volontà di comunicare esperienze professionali, conquistate in anni di appassionata dedizione al proprio lavoro.
Con eguale spirito di comunicazione, desidero ora esprimere un‟altra riflessione sul concetto di „universalità‟.
Riprendendo la massima iniziale di H. Allen, esposta all‟inizio di questa carrellata scientifica, desidero concludere questo articolo con un appello rivolto a tutti coloro che ancora credono nella vera Carità, profusa con sincerità di cuore e trasparente onestà.
<< Se non si dà nulla di noi agli altri, resterà ben poco di noi che sia valsa la pena di conoscere ed avere >>.
Questa frase, che ha aperto il discorso iniziale, assume ancora una volta un significato che estende la sua universalità anche in termini umanitari. Infatti, valorizzando il concetto che ogni essere umano, nei propri limiti e possibilità, dovrebbe mettere a disposizione del prossimo i propri talenti, si sono sviluppate iniziative che, dallo stato progettuale, sono divenute concrete realtà, come più avanti cercherò ancora di sintetizzare.
Non si può tralasciare, per obiettiva onestà culturale, di riflettere sullo stato attuale in cui si trova tutto il comparto della nostra categoria, dove molti colleghi, assieme al decadimento professionale ed economico, identificano la vistosa perdita dei valori etici e morali.
Si potrebbe disquisire a lungo sull‟opportunità o meno di analizzare le cause e le conseguenze di tale situazione, ma certamente non si può eludere che tutto ciò influisce significativamente su ogni progetto che possa includere iniziative per sostenere vari progetti di carattere sociale, culturale od umanitario.
Pertanto, al fine di evitare possibili fraintesi, mi limito ad esporre con sincera trasparenza la sostanza dei fatti.
Sulla rivista IL NUOVO LABORATORIO ODONTOTECNICO, circa un decennio fa, fu pubblicato un Progetto per aiutare quegli Odontotecnici che, alla fine del loro cammino professionale, avevano incontrato varie difficoltà economiche, o che si trovavano in una condizione di particolare indigenza.
In quel contesto si prospettava l‟opportunità di programmare una Casa di Accoglienza, dove gli „anziani‟ avrebbero avuto l‟aiuto dei „giovani‟.
Si sarebbe così creato un sinergismo di grande valore sociale, formativo e culturale.
Una iniziativa solidale, per tramandare ai giovani la validità di tante esperienze lavorative.
L‟invito a sostenere un tale Progetto Umanitario e Formativo, documentato in ogni sua parte e pubblicato in anteprima sulla medesima rivista dell‟ANTLO, ottenne… un „silenzio clamoroso‟!
Le moderne tendenze pedagogiche stanno rivalutando l‟opportunità di abituare le giovani leve, sin da piccoli, ad apprezzare e sostenere l‟anziano, ma, allo stato attuale, sono solo ipotesi futuristiche, che chissà quando avranno presa sui giovani.
Sono trascorsi alcuni anni da allora, ma il progetto è andato ugualmente avanti e, anche se in un‟altra direzione, questa volta si è consolidato a beneficio di un‟altra realtà giovanile, in un continente dove sta assumendo un interesse di largo respiro, coinvolgendo concretamente tutti, giovani ed anziani.
E‟ nata, così, una nuova realtà, che promuove la formazione di nuove leve, potenzialmente appassionate al nostro lavoro, che potranno rigenerare, con lo stesso ideale del nostro entusiasmo giovanile, quanto abbiamo sperato e prodotto con il nostro lavoro, anche in termini di investimento professionale.
Con questi intenti è nato un gruppo di volontari, che ha messo a disposizione il proprio tempo, le proprie capacità e le personali disponibilità per aiutare concretamente ragazzi orfani, privi di tutto, nel senso etimologico della parola.
L‟intento è stato quello di sottrarli ad una infelice conclusione: la delinquenza, la disperazione, il suicidio.
Occorreranno certamente tempi che, nelle condizioni attuali, non dovrebbero discostarsi dai tempi reali con cui è stata realizzata una struttura che ospita già trentacinque ragazzi e che prevede di accoglierne molti ancora.
Chi desidera approfondire la conoscenza di tale realtà, per meglio comprenderne il significato intrinseco, deve predisporsi ad avere un cuore aperto verso la conoscenza di chi vive al limite della nostra immaginazione, come lo furono i nostri nonni avi 100 anni fa.
Chi rimane chiuso nel proprio egoistico arrivismo, per raggiungere i soli beni materiali, non può accedere a queste realtà sociali, che da un lato coinvolgono emotivamente, ma che dall‟altro regalano intime soddisfazioni che vanno oltre ogni attesa, con sensazioni che danno un diverso significato alla propria esistenza… ovviamente tutto deve rientrare spontaneamente nella volontà delle proprie azioni, con un sincero desiderio di conoscere anche l‟altra faccia del nostro variegato Mondo!
Sappiamo tutti che il benessere economico non ha mai donato vera felicità ma, in molti casi, solo sofferenza interiore.
Non è retorica affermare che le attuali vicende mondiali stanno minando sempre più l‟equilibrio psicologico sociale, al punto da alterare la volontà dell‟uomo e a non farlo reagire contro tante nefandezze.
E‟ evidente che ormai esiste un cinico disinteresse verso ogni forma di aiuto umanitario, viste anche alcune realtà prive di trasparenza! Ma, per fortuna, non sempre è così proprio per tutti, poiché esiste una buona percentuale nascosta di sincero umanesimo!
Da queste righe si rinnova un invito che, nei limiti della personale disponibilità e dei propri mezzi, può far maturare ulteriori soluzioni di grande interesse etico e sociale.
Con tale consapevolezza, molti si sono già impegnati in questo nuovo “Progetto in India”, dove è sorto un Orfanotrofio che accoglie ragazzi bisognosi di tutto e dei quali più nessuno se ne occupa.
Le ragioni di queste realtà sono varie e le motivazioni diverse possono essere conosciute e comprese da tutti.
Chiunque voglia prendere in considerazione questo importante invito umanitario può richiedere ulteriori informazioni, telefonando o mettendosi in contatto con i nostri recapiti.
Aiutare in qualsiasi modo i ragazzi di questo orfanotrofio, nato sotto l‟effigie di una figura italiana, l‟Avvocato Bartolo Longo, sosterrà un progetto, che ha già radicato le sue finalità in questa opera di carità in terra d‟India.
Per chi volesse sostenere questi ragazzi, per aiutarli a divenire autosufficienti, forse artigiani come noi, è stata emessa dalla filatelia delle Poste Italiane una cartolina (vedi link da visitare), come ricordo dell‟evento della Beatificazione di Bartolo Longo, il Beato che ha fondato la città di Pompei.
Tutti possono riceverla con un semplice accenno telematico o telefonico.
E‟ anche a disposizione una galleria di foto sull‟orfanotrofio in India, un Mercatino Umanitario, con quadri artistici ed altro ancora, visitando le pagine di un link ATTIVITA‟ UMANITARIE IN INDIA del Sito: www.beatobartololongo.net
Una ulteriore prospettiva, che sta avvalorando sempre più la nostra iniziativa a favore del nostro programma artigianale, è quella che nel Febbraio 2012 si pone la prima pietra per una Scuola, dove questi ragazzi riceveranno una adeguata preparazione per affrontare la vita, ancora a loro preclusa, per la tradizionale cultura del luogo.
Quale migliore occasione, per coloro che volessero anche visitare l‟India, con i viaggi eco-solidali che già si stanno organizzando, per conoscere personalmente dal vivo queste nuove realtà!
Un sincero GRAZIE a quanti vorranno dare una risposta concreta a questo personale invito.
Od. Cosimo Papadia